Mitocondri e invecchiamento: nuove scoperte sfidano le teorie tradizionali

Can we help?

Questo articolo esplora l'ipotesi mitocondriale dell'invecchiamento, che suggerisce come la funzione mitocondriale e lo stress ossidativo determinino la durata della vita. Sebbene le prime evidenze supportassero questa idea—collegando dispendio energetico, produzione di specie reattive dell'ossigeno (SRO) e invecchiamento—ricerche recenti su vermi, mosche e topi dimostrano che alterare la funzione mitocondriale può inaspettatamente prolungare la durata della vita, talvolta senza compromessi. Esperimenti chiave rivelano che interruzioni genetiche dei complessi mitocondriali hanno esteso la vita fino all'87% nei vermi e al 30% nei topi, sfidando assunzioni di lunga data. Tuttavia, incongruenze negli studi di laboratorio e la necessità di esperimenti sul campo evidenziano la complessità del trasferire questi risultati agli esseri umani.

Mitocondri e invecchiamento: nuove scoperte sfidano teorie consolidate

Sommario

Contesto/Introduzione

L'ipotesi mitocondriale dell'invecchiamento si è sviluppata dalla teoria del "tasso di vita", che proponeva come la durata della vita sia determinata dalla velocità di utilizzo dell'energia. Ad esempio, raffreddare animali a sangue freddo come le mosche rallenta il loro metabolismo e prolunga la vita, mentre riscaldarli la accorcia. Mammiferi più grandi, con metabolismo più lento per peso corporeo, vivono anche più a lungo di quelli più piccoli. Negli anni '50, lo scienziato Denham Harman collegò ciò allo stress ossidativo, suggerendo che le specie reattive dell'ossigeno (SRO)—molecole dannose prodotte quando i mitocondri utilizzano ossigeno—danneggino i tessuti nel tempo.

I mitocondri divennero centrali nella ricerca sull'invecchiamento perché generano sia energia che SRO. Entro il 2000, le evidenze sembravano solide: studi mostrarono che l'invecchiamento coinvolgeva l'accumulo di danni ossidativi a proteine, lipidi e DNA—specialmente il DNA mitocondriale (mtDNA). Specie più longeve producevano meno SRO, e la restrizione dietetica (ridurre calorie senza malnutrizione) sembrava rallentare l'invecchiamento riducendo lo stress ossidativo. Mutazioni che potenziavano le difese antiossidanti prolungavano anche la vita in animali da laboratorio come i vermi. L'ipotesi mitocondriale fu ampiamente accettata.

Metodi di studio

I ricercatori hanno utilizzato approcci multipli per testare l'ipotesi mitocondriale. Un metodo confrontava specie con diverse durate di vita, misurando produzione di SRO o livelli antiossidanti. Un altro manipolava direttamente l'invecchiamento—come utilizzando restrizione dietetica o mutazioni genetiche—e monitorava cambiamenti nel danno ossidativo. Gli esperimenti più potenti alteravano direttamente la funzione mitocondriale:

  • Ingegneria genetica: Disattivare o sovraprodurre geni antiossidanti (es. superossido dismutasi SOD o catalasi) in topi, mosche o vermi.
  • Interruzione mirata: Utilizzare interferenza a RNA (RNAi) per sopprimere subunità dei complessi mitocondriali in vermi e mosche.
  • Inibizione chimica: Farmaci come l'antimicina A per bloccare la funzione mitocondriale.

Misurare il danno ossidativo richiedeva tecniche precise. Ad esempio:

  • Danno al DNA veniva valutato tramite 8-ossi-2'-deossiguanosina (oxo8dG), ma i metodi di estrazione (es. ioduro di sodio vs. fenolo) potevano alterare i risultati fino a 100 volte.
  • Perossidazione lipidica veniva misurata usando il saggio MDA-TBARS (meno accurato) o isoprostani (più affidabile).

Queste sfumature metodologiche erano cruciali per interpretare accuratamente i dati.

Risultati principali

Le prime evidenze supportavano l'ipotesi mitocondriale, ma esperimenti recenti hanno rivelato contraddizioni:

  • Studi sugli antiossidanti falliti:
    • Ridurre geni antiossidanti (es. SOD2) nei topi non ha accorciato la durata della vita, nonostante aumentasse danno al DNA e cancro.
    • Sovraesprimere antiossidanti (SOD, catalasi) nei topi ha esteso la resistenza cellulare allo stress ma non la durata della vita—eccetto per la catalasi mitocondriale, che ha aumentato la durata della vita dei topi del 20%.
  • I ratti talpa nudi hanno sfidato le aspettative: Questi roditori vivono 10 volte più a lungo dei topi ma mostrano maggiori danni ossidativi nei tessuti.
  • L'interruzione mitocondriale ha prolungato la durata della vita:
    • Vermi: Soppressione con RNAi di subunità dei complessi mitocondriali (I, III, IV, V) durante lo sviluppo ha esteso la durata media della vita del 32–87%, ridotto la produzione di ATP del 40–80% e rallentato la crescita. Sorprendentemente, inibire complessi produttori di SRO (I, III) non ha accorciato la vita.
    • Mosc